Quei due

15/03/2023


[…]
Fece un gesto con la mano nella mia direzione, come a dire: vattene.
«Stasera non è il caso, Azrael. Meglio se te ne vai».
Spalancò gli occhi. Questa volta sentii l’odio, grasso e unto come un cubo di burro.
Fece un passo in avanti, con troppa sicurezza. Risposi con un gesto della mia mano. Una scarica elettrica comparve a mezz’aria davanti a lui, e lo respinse indietro, mandandolo a sbattere contro la porta del bagno.
«Ti ho detto di lasciar perdere«, insistetti. «Non ti farò avvicinare».
Azrael cominciò a respirare pesante, a bocca chiusa e dilatando le narici. Si sforzò di parlare la mia lingua:
«Devo portare via il ragazzo che è nella stanza. È mio».
«E invece stanotte Adriano è prenotato. Spiacente, Azrael».
«Devo portarlo via con me».
Non è che sia stupido, eh, badate. È solo che non è abituato a usare le lingue umane. Sa esprimere solo concetti molto elementari.
[…]





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