Rameau, il pianoforte e il clavicembalo: parla Luca Ciammarughi
11/12/2022

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Appare interessante il parallelismo tra Rameau e Saint-Saëns: due rivoluzionari che finirono per diventare (o essere visti come) reazionari. Una lettura giustificabile, storicamente e musicalmente?
Certamente sì. Saint-Saëns fu il fautore della prima grande edizione delle Oeuvres complètes di Rameau (incompleta solo a causa della morte del compositore di Samson et Dalila). Oltre a questo importante dato oggettivo, però, c’è un altro aspetto cruciale: Rameau divenne, non solo per Saint-Saëns ma anche per Debussy, l’emblema di una nitidezza e di un “gusto perfetto” da opporre a un wagnerismo di maniera, che in Francia portò in effetti a esiti spesso deludenti. Rameau è quindi anche una porta d’accesso al Novecento: una sorta di “viatico” per combattere gli eccessi di retorica, le fumosità, e riscoprire un`essenzialità che diviene poi una delle porte d`accesso al Novecento (non è affatto casuale che la grande ramista Marcelle Meyer fosse musa del Group des Six e di Cocteau). Per quanto riguarda la dinamica rivoluzione/reazione, credo sia normale, quando si ha una vita molto lunga (ed è il caso sia di Rameau sia di Saint-Saëns), non ritrovarsi sempre nelle mode e nelle tendenze della generazione più giovane.
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