RAPITO
07/06/2023

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Una narrazione, quella di “Rapito” di Bellocchio, che ricorre spesso alle didascalie per contestualizzare, sia storicamente che geograficamente, gli eventi, influenzati inevitabilmente dai fatti storici realmente accaduti. Didascalici, però funzionali al racconto solo nei momenti principali che poi si perdono nello spiegare quasi tutto ciò che vediamo. Al di là di questo come non citare il frequente e sintomatico uso di scene che appartengono al sogno e che sono ormai diventati dei marchi di fabbrica del pluripremiato regista. Se in “Esterno notte” c’era stata la via crucis di Moro, in “Rapito” ci sono gli incubi del Papa e il sogno di Edgardo che spera, in cuor suo, di riabbracciare i genitori nonostante tutto. E ancora il sogno della madre stessa che vede la sua intera famiglia riunita in un abbraccio.
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