RECENSIONE: Di macchia e di morte (Filippo Cerri)
08/08/2022

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C’è un luogo che non è ne mare né terra, dove i pascoli rischiano la vita a ogni nuovo sole e contano i passi che li separano dalla zanna del lupo o della mano del ladro. • L’asino raglia in egual misura a fatica e desolazione e le bestie danno latte per quel che possono e non per ciò che devono. l’uccello che si avventura per i suoi larghi spazi di cielo polveroso vede apparire ogni tanto un pugno di casa, lanciate là come si farebbe con un residuo d’ossi. Si sentono canti, porgendo bene l’orecchio che scorrono in parole strette, troncate come se non ci fosse più tempo per dire tutto. Sebbene non siano altro che verbi e nomi di rancore e rimpianto, la speranza si attacca comunque alle poche sillabe dal gusto acido della bestemmia e del vino andato.
E ora ditemi che sentite il bisogno di andare avanti, non vi crederei! I personaggi sono tanti (ma niente paura c’è la mappa all’inizio del libro che riporta nomi e ruoli) e le loro vicende si intrecciano tutte. Non ci sono buoni e cattivi, solo persone che non hanno scelta. Con Arturo Bianciardi accompagniamo il re, l’unico dopo Carlomagno: Luciano Bastiani detto il Re delle Selve o Il Re della Selva. Bastiani è una leggenda. Non tutti sanno che volto abbia ma tutti sognano di incontralo.
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