Régis Jauffret, 1889

04/02/2023


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La questione nazista è uno dei temi su cui Jauffret ciclicamente lavora e, in questo 1889, lo scrittore francese fa un ulteriore scatto in avanti: prende, della vita e dell’opera di Hitler, il momento su cui si è meno scritto, o su cui ci sono più congetture, la nascita, e ne fa l’oggetto di questo romanzo cupo, violento e bellissimo, che racconta i nove mesi di gestazione del dittatore, a partire da quel giorno del luglio 1888 in cui lo Zio – così come, nella realtà e per tutto il libro, viene chiamato Alois Hitler, il padre di Adolf – mette incinta la cugina Klara Pölzl mentre, nell’altra stanza, la moglie agonizza in preda alla tubercolosi. Nel giro di pochi mesi, Klara diventerà Klara Hitler, si prenderà cura dei due figli di primo letto di Alois, e ne farà altri: Gustav e Ida, morti giovani di difterite, e Adolf – e altri che, essendo nati dopo il 1889, non entrano nell’universo del romanzo.
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Fonte: Andrea Tarabbia
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