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Ricordando Piombino. “La bella vita” ovvero l’opera prima di Paolo Virzì

01/11/2022


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Se Bruno rappresenta il passato con tutta la sua serietà, Mirella è la metafora di un’epoca in cui i telegiornali subiscono il calo dell’audience quando mandano in onda i servizi sulla lotta operaia. Lo spannung si verifica con la separazione infelice dei due coniugi; i fili della trama paiono poi ricostruire una nuova situazione di equilibrio ma l’epilogo lascia lo spettatore di fronte a una circostanza del tutto inaspettata. Pur essendo un’opera prima, La bella vita mostra una sperimentazione umoristica che procede senza sbavature: chiara è l’intenzione autoriale di portare sullo schermo quel sentimento del contrario che vuole restituire alla finzione un valore morale entro lo spazio dello spettacolo inteso, prima di tutto, come evasione.
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Fonte: Cinefilia Ritrovata
nel canale: cinema