Ricordi da spiaggia deturpata
16/05/2023

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L’ebbrezza dell’incognita, del non aver studiato scalette, spiato video, conosciuto già tutto lo scibile riguardo lo spettacolo a venire. Sul palco quel ragazzo schivo, apparentemente timido e introverso, dalla svogliata parlantina, che evidentemente non ha la nostra loquacità. Ma che rabbia, che impetuosità nelle sue canzoni, nel suo cantare. E subito, immantinente, che affinità, che simbiosi nel sentire finalmente incarnati i tuoi pensieri, in un modo inedito. Eppure così in armonia, seppur dalle note stonate, col tuo stato d’animo, con i tuoi sentimenti, persi a metà tra il grigiore di sentirsi già precocemente bruciati, in ritardo, incompresi, di sentirsi mai troppo bene rappresentati da qualcuno, da qualcosa, e l’esuberante, prorompente, furore dei vent’anni o poco più, di quell’idea di essere unici, esemplari singoli che hanno un mondo dentro che aspetta solo di essere scovato e liberato.
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