Ritrarre “Il ritratto ovale”

30/04/2022


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“Il ritratto ovale” è un racconto che gioca a più livelli sull’esperienza visiva attraverso la dimensione e l’espressività pittorica. Lo si riscontra nell’andamento stesso della trama, che si articola in due parti essenziali, corrispondenti rispettivamente al momento della ricezione e a quello della produzione del quadro fatale. Il primo è vissuto in presa diretta dal protagonista narrante che, attraverso la sua prospettiva di fruitore, ne delinea le caratteristiche estetiche, mentre il secondo viene tramandato da una testimonianza scritta che fa luce sulla figura del pittore e sul suo processo creativo.

Anche l’ambientazione è costellata di accurati rimandi artistici; l’incipit si apre con la presentazione di un castello da revival gotico, per poi offrire una minuziosa descrizione degli arredi interni. Nello specifico, l’attenzione viene presto convogliata sulla camera da letto nella torretta fuori mano dove il protagonista e il suo domestico decidono di alloggiare. Tra gli addobbi preziosi seppur usurati dal tempo, spiccano arazzi, trofei e panoplie perfettamente in linea con l’atmosfera di un antico maniero. Vi si affiancano però, a creare un significativo contrasto cronologico, «un’infinità di originalissimi quadri moderni dalle ricche cornici dorate di stile arabesco», tra cui affiorerà infine il ritratto ovale, inizialmente rimasto in ombra in una nicchia.

Poe tratteggia insomma un contesto di indubbia forza immaginifica, dove questioni di gusto si fondono con le dinamiche narrative, e su cui vale la pena soffermarsi più nel dettaglio.
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Fonte: Carmilla On Line
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