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Sabrina Mugnos: viaggio nell’Atlante del Grande Nord. Intervista alla geologa cercatrice di aurore boreali

10/05/2022


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Sia i vulcani che il grande nord sono bolle di interesse che tu hai sviluppato professionalmente, mentre per me sono rimasti amori di bambina. E così mi hai acchiappata all’amo. Da cosa deriva la tua attrazione fatale per i luoghi del nord estremo?

«Diciamo subito che la vita mi è accaduta tra le mani: non l’ho pianificata ed è stato un percorso via via aperto. Non avevo quindi pianificato di diventare vulcanologa ed esploratrice del grande nord, ma forse il leitmotiv  sono stati il fuoco sacro e la passione per la conoscenza e per le emozioni forti. Non sono un tipo da Irlanda o da… Casale Monferrato, ecco, sono più da Gran Canyon e da deserti! Nel cercare questi luoghi e queste emozioni forti mi sono trovata innanzitutto a fare vari percorsi in giro per il mondo. Nella fattispecie, per il grande nord mi ha attirata in quel contesto l’astronomia, di cui da sempre sono cultrice. L’aurora boreale è un fenomeno astronomico ma anche atmosferico, come l’eclisse totale, ma l’aurora avviene ad alte attitudini, ecco cosa mi ha portata nel nord. Da qui a cascata c’è la geologia, perché il nord è anche terra di glaciologi ed esploratori, e credo mio malgrado di esserla diventata nel corso degli anni, e da cosa è nata cosa. Il fuoco, poi, mi ha coinvolta come materia geologica perché sono sempre stata appassionata di montagna, e il vulcano è una montagna viva che stimola tutti i sensi: è calda, puoi annusarla, assaporarla… tutti i sensi sono sviluppati in una montagna vulcanica, per cui in ambito geologico non potevo che andare verso il fuoco: è quello che più si confà alla mia natura passionale. L’opposto, cioè i ghiacci, sembra confezionato ad hoc ma è in realtà un percorso che si è dispiegato strada facendo»
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Fonte: Acontrainte
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