Se un dopo c’è, lo dobbiamo pur cantare
07/01/2022

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La vita là fuori non s’è fermata, non importa quanto le pareti della bolla siano spesse. Non solo le piante sono cresciute, non solo gli animali si sono adattati, ma nuovi uomini sono mutati, cambiamenti fisici che sono lo specchio di un cambiamento profondo necessario per sopravvivere, se non prosperare, in un’era nuova. Cambiamenti non tutti positivi, società non tutte pacifiche, non di meno il flusso non s’è arrestato, e qualcuno, in qualche modo, lo deve pur cantare.
Ed è forse questo il punto di Fermate la produzione! – Diario di un arboricolo. La lingua. Giovanni Peli parte da una fantascienza che ricorda il Lino Aldani di Quando le radici e la impasta con quella sua sensibilità di poeta e cantautore consumato che lo spinge alla sintesi.
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