Seattle, la scena grunge e l’ultima età dell’oro del rock: intervista a Giuseppe Ciotta
03/05/2022

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C’è un gruppo minore di quegli anni e quelle zone per cui hai sempre avuto un debole? Vorrei chiederti in particolar modo cosa ne pensi dei Tad, che erano decisamente conosciuti ma hanno avuto un crollo d’immagine pazzesco proprio negli anni in cui gli altri raccoglievano i milioni…
“Minore”, in questo caso, per me non ha un’accezione di valenza artistica ma lo intendo soltanto come un successo commerciale inferiore a quello dei quattro grandi del grunge: Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden ed Alice In Chains. Di conseguenza – a parte gli Screaming Trees, che porto nel cuore fin dai tempi dell’imprescindibile Buzz Factory (1989) – un gruppo che adoro ma che non ha avuto fortuna sono i Truly, per me allo stesso livello di quelli citati prima. Ho conosciuto Robert Roth, il loro frontman, una figura fondamentale nella scena: buon amico di Kurt Cobain – difatti era in predicato d’entrare nei Nirvana alla chitarra, prima del fugace Jason Everman – nonché stretto collaboratore del poeta rock Jim Carroll.
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