“Serge” di Yasmina Reza: sull’utilità e il danno della memoria per la vita
20/05/2022

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Serge è burbero, scontroso, per nulla di facile o piacevole compagnia. Se la prende con la figlia Joséphine che vuole fare l’estetista (la make-up artist, dice lei) e che pronuncia male Auschwitz: “Il fallimento dell’istruzione!”, grida Serge. Si lamenta di tutto e di tutti: le sue frasi sono spezzate, una serie di improperi e di considerazioni pungenti, più che segmenti di un discorso coerente. Risulta spesso odioso e anacronistico nelle sue convinzioni maschiliste e classiste: come quando, verso la fine del libro, lancia insulti omofobi al figlio della sua ex compagna italiana (Valentina), reo di indossare un paio di occhiali rosa mentre balla alla sua festa di compleanno. È questo l’evento che segna una rottura significativa, anche se non decisiva, dei rapporti tra Jean e Serge. Serge ha avuto mille donne, tra mogli ed amanti. Ha avuto certamente qualche successo importante a livello lavorativo ed economico durante la sua esistenza, ma il tempo della cuccagna è terminato.
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