Shin Masked Rider
31/07/2023

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Contro una costruzione naif della storia, il tono e le tematiche trattate sono del tutto seriose; si parte dal body-horror, con la trasformazione “henshin” che tramuta Hongo e gli altri Aug in mostruosità vere e proprie sotto i costumi sgargianti; si passa per il dramma della solitudine e la ricerca di un senso di giustizia in un mondo freddo e violento e si arriva alla lotta per la ricerca della felicità e il significato della medesima.
Contro una costruzione naif della storia, il tono e le tematiche trattate sono del tutto seriose; si parte dal body-horror, con la trasformazione “henshin” che tramuta Hongo e gli altri Aug in mostruosità vere e proprie sotto i costumi sgargianti; si passa per il dramma della solitudine e la ricerca di un senso di giustizia in un mondo freddo e violento e si arriva alla lotta per la ricerca della felicità e il significato della medesima.
Lo scarto tra contenente e contenuto è poi acuito da una messa in scena che abbraccia pianamente il camp della tradizione, con montaggio velocissimo, eroi e cattivi in pose teatrali che combattono per le campagnie o sullo sfondo della periferia industriale, personaggi che entrano e escono dalle inquadrature senza soluzione di continuità e una CGI orgogliosamente vetusta, che sembra uscita da una produzione giapponese dei primi anni 2000 piuttosto che da una contemporanea. L’unico tocco di originalità viene dato dal ricorso agli inserti splatter, con il sangue che scorre copioso durante i combattimenti.
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