Simulazione e preparazione emotiva. Gli ultimi tre romanzi di Emily St. John Mandel
26/07/2022

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Un hotel isolato in Canada, regione di Vancouver. Personale al minimo, lusso discreto, raggiungibile solo in barca. Non è il Reichstag, opera di cristallo, immaginata e poi costruita proprio per stabilire un nuovo patto: la trasparenza del potere. L’Hotel Caiette nel Grande Nord, gode di una baia scavata dal ritiro dei ghiacci nell’ultima glaciazione, un rifugio per i ricchi, un ottimo posto dove trovarsi durante una pandemia forse ma non è questo il caso, lo scenario, il romanzo. Lì, come barista, lavora Vincent, la protagonista. Non ci sono cadaveri, sparizioni, il ciclo giorno-notte continua, gli alberi non cominciano una veloce e impossibile fossilizzazione, i superstiti della fauna selvatica non lanciano misteriosi lamenti e nessuna ombra si aggira tra i corridoi o nel parco. Eppure L’hotel di cristallo (2020) è un thriller; e sembra che un evento apocalittico sia in attesa ogni prossimo capitolo. Qualcosa incombe.
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