Sovranità limitata di Luciano Canfora
27/05/2023

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Cosa ha favorito la crescita dei partiti a destra della DC, finanche il movimento sociale e ora Fratelli di Italia (fratelli e parenti)? Si dovrebbe parlare del suicidio della sinistra, abbagliata dalla terza via blairiana, pronta a sconfessare sé stessa appena arrivata al potere. Si dovrebbe parlare di un paese che ha visto crescere la povertà, le disuguaglianze, le ricchezze concentrate nelle mani di poche, nella precarizzazione del lavoro, sempre più sfruttato e povero.
L’autore ricorda una riflessione di Giorgio Amendola, storica figura del PCI che nel 1973 su l’Espresso dal titolo emblematico “Prima che il sud diventi fascista”: la povertà e la disoccupazione sono un serbatoio enorme per questa destra capace di cavalcare il malcontento presentandosi come difensore degli ultimi. Ma non è così.
Nel destino dell’Italia invece pesarono l’ambiguità del re e la mediocre tortuosità con cui il governo Badoglio pervenne all’armistizio dell’8 settembre 1943, trasformato dopo oltre un mese (13 ottobre) nello status di «co-belligeranza»: che non significava «alleanza» ma affiancamento nel conflitto contro un nemico comune. Inoltre, la continuità delle persone era a dir poco imbarazzante: innanzi tutto il re, che aveva firmato la dichiarazione di guerra all’Inghilterra e alla Francia il 10 giugno 1940 (e agli Stati Uniti l’11 dicembre del ’41), mentre a capo del governo era il ‘conquistatore’ di Addis Abeba nel 1935. Tutto questo comportò che, a guerra finita, fossimo comunque considerati «paese vinto».
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