Straziami 4 a 1, ma di baci saziami
25/01/2022

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Un bacio da fandango, inteso come film e ballo, tutto insieme, quello di Luciano Spalletti a Walter Sabatini nel post gara di Napoli-Salernitana. Uno slancio dannunziano che ristabilisce priorità. Perché d’un colpo annulla le televisive precauzioni per il Covid facendo vincere l’umanità, si smarca dalla moderazione calcistica, dimentica la realtà e lascia vincere l’amore virile che porta verso Sabatini. E il suo bacio è il nostro, perché quell’uomo è l’ultima speranza rimasta al calcio dominato dagli algoritmi, dai procuratori-mercanti di piedi, una promessa di futuro. Walter Sabatini, crepuscolare, bohémien, stropicciato, ex calciatore, ora direttore sportivo, uscito dalle pagine di Richard Ford, “The Sportswriter”, saltato giù dagli schermi che proiettano “Moneyball” scritto da Aaron Sorkin (il compito di Sabatini alla Salernitana ricorda quello di Brad Pitt / Billy Beane con gli Oakland A′s), un dispari, non incastrabile né assimilabile ad altri.
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