Tanti Auguri: 20 anni di Gothika
20/11/2023

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Gothika è figlio di decine di altri film, oltre al già citato Le Verità Nascoste: discende dal J-Horror a cui deve un bel pacchetto di scelte estetiche preesistenti; discende da The Others e da Stir of Echoes, ha al suo interno pezzi sparsi del The Ring statunitense e, andando a scavare sempre più indietro, c’è sempre l’ombra di Hitchcock a estendere le sue malevole propaggini sulla struttura del film. Fa parte di quel filone noto ai più come domestic thriller (che di recente è tornato agli antichi fasti con il bellissimo Watcher), ma poiché sostituisce la classica location, appunto domestica, del filone con quella di un manicomio criminale, si applica quel tanto di camuffamento strategico da apparire come un’altra cosa. Quello che racconta, una volta spogliato di ogni orpello, di ogni movimento di macchina da Mtv, da ogni effettaccio in CGI, da ogni jump scare, è l’esperienza, tutta femminile, di vedere messe in dubbio le proprie facoltà mentali da un gruppo di maschi detentori dello scettro supremo della logica e della razionalità.
Alla fine, con tutti i suoi difetti, Gothika il suo mestiere lo sa fare anche troppo bene. Merito di Halle Berry, che ci crede tantissimo e si vede lontano un miglio che questo personaggio lo sentiva particolarmente; ma è anche merito di Kassovitz che capisce il compito assegnatogli, ci infila quelle due o tre cafonate tipiche del linguaggio dell’horror soprannaturale americano dei primi anni 2000
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