“Tattoo You”, l’ultimo album classico degli Stones
07/05/2022

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Il disco si apre con uno dei riff di chitarra più memorabili e incisivi fra tutti quelli composti da “Keef the human riff”. Un riff perfetto, con quel buco di silenzio dopo le prime tre pennate, che (provate a suonarlo nella mente) abbiamo memorizzato con un suonone di chitarra distorto. E invece no: il suono della chitarra è pulito, eppure è la cosa più rock che abbiamo mai ascoltato, a dimostrazione che non è un distorsore a darti le chiavi del rock (anzi, spesso se non stai attento te le toglie e ti trasforma in un fenomeno da baraccone, specie negli scivolosissimi anni ’80). Dopo dieci secondi sono entrati tutti gli strumenti (prima la batteria, poi la seconda chitarra e il basso), dopo quindici arriva la voce. “Start me up” è una lezione memorabile di efficienza musicale: c’è tutto, disponibile, chiaro, in poco tempo. Forse l’ultimo vero attacco “classico” degli Stones.
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