Thanksgiving (2023): Grazia, Graziella e grazie all’Eli Roth
20/11/2023

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Eppure sono sicuro che oggi, anno di Grazia e Graziella 2023, questo omaggio agli Slasher degli anni ’80, con notevoli (e amorevoli) strizzate d’occhio a tutti i grandi Maestri del genere, per una storiella dai dialoghi orribili (da sempre tallone d’Achille di Roth) che però omaggia con leggerezza il Giallo e i “whodunit” con identità dell’assassino da azzeccare, troverà il suo pubblico anche tra le giovani generazioni, quelle che corrono in sala a vedere ogni nuovo Scream. Da parte mia mi sono divertito anche se il secondo atto del film rallenta ed è inevitabile trovarsi ad affermare «Ah questa è la scena del fake trailer!» e anche se ho indovinato l’identità del killer sotto la maschera (e il movente) dopo il primo omicidio, sono contento che Roth sia tornato a casa, questo è il suo cinema e grazie a quegli effetti speciali orgogliosamente vecchia scuola, spero sia anche riuscito a far vomitare qualcuno in sala. Certo, va detto che alcuni degli omicidi sono un po’ più edulcorati rispetto al loro corrispettivo del 2007, ma nel frattempo Eli è cresciuto e ha anche un visto censura con cui fare i conti.
Il prologo di “Thanksgiving” dura dieci minuti, viene utilizzato per introdurre tutti i personaggi, dallo sceriffo Patrick Dempsey, passando per la “Final Girl” predestinata, la cantante e blogger Addison (collega!), anche se devo ammetterlo, quando ho visto Gina Gershon nella zona delle operazioni in prossimità del tacchino, ho seriamente creduto che Roth volesse combinare per una versione in grande (considerando le dimensioni del pennuti servito come portata principale) di Killer Joe, pericolo scampato, ma per il resto Roth davvero non prende prigionieri!
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