Un desiderio inespresso di paradiso. Cittadino Cane di Giordano Meacci
11/05/2022

[…]«“Avreitantovolutoessereamato”, gli rivela Berlusconi». In questa confessione, come sin dal titolo, s’impone in sottofondo il respiro del wellesiano Citizen Kane, noto in Italia come Quarto Potere. Salvo poi una rettifica: «Io intendo Amato. Giuliano, Amato…». L’indagine parodistica del berlusconismo come stato mentale sembra essere uno degli obiettivi di fondo del romanzo-non-romanzo, eppure in esso trova spazio anche un ritratto irriverente di Putin. «Ha sempre quest’atteggiamento da maschio che deve farsi perdonare la poca credibilità del fisico», fa dire Meacci in un passaggio verosimilmente scritto già prima che ci fossero le avvisaglie del conflitto ucraino ora in corso. «Mi spiego: è come si fosse convinto, negli anni, di essere un adone, ma secondo un’estetica russa ottocentesca riscritta». Ecco ancora le tracce della riscrittura, un fantasma stilistico che gocciola lungo tutto il romanzo e che ritorna del resto anche nell’incontro immaginario con un senilissimo Berlusconi, al quale Carlo Cane fa una confessione inaspettata.
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