“V13”, il reportage di Emmanuel Carrère, ancora una volta dentro il mistero del male
23/03/2023

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Il mistero del male e quello del bene sono posti costantemente a dialogo, in un faccia a faccia che attraversa tutte e tre le parti del volume. Nella prima avviene nella maniera più diretta e straziante perché si ha l’occasione di ascoltare le voci dei sopravvissuti e dei parenti di chi oggi non c’è più; nella seconda nella maniera più spiazzante, perché si entra dentro le storie degli imputati e si è chiamati a ripercorrere le vicende che li hanno portati a quella sbarra in un “noi e loro” che progressivamente si esplica in una serie di fattori che siamo chiamati a comprendere:
“Mentre ascolto Micheron con la sua prospettiva da storico, ripenso a una frase stupefacente pronunciata da Salah Abdeslam in uno dei primi giorni del processo, e che per quanto ne so io è passata inosservata: “Tutto quel che dite su noi jihadisti, è come se leggeste l’ultima pagina di un libro. Il libro dovreste leggerlo dall’inizio”. (p.108)
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